Quali sono i luoghi da non perdere, le esperienze più belle da vivere e in che modo organizzarsi per raggiungere il Lago Titicaca, specchio d’acqua sospeso tra splendide vedute di Perù e Bolivia
Il cielo terso e l’odore di aria pulita.
Il freddo intenso che combatte con il sole, che è talmente vicino che quasi brucia sulla pelle.
I colori fluo dei vestiti e tanti sorrisi.
Questi sono i ricordi che mi tornano in mente se chiudo gli occhi e penso al Lago Titicaca.
Il Lago Titicaca è posizionato tra il Perù e la Bolivia e dalla sponda peruviana si riescono a vedere le montagne innevate della Cordillera Real che sembrano vicinissime, anche se in realtà distano almeno 30 km. Merito della purezza dell’aria che rende i colori più intensi. E’ il lago navigabile più alto del mondo, le sue acque fluttuano placide a 3.812 mt sopra il livello del mare e sono azzurre e limpidissime.
Quanti giorni servono per visitale il lago Titicaca?
Ho dedicato alla visita del lago Titicaca due giorni perché desideravo conoscere da vicino le usanze locali ed entrare in contatto con le persone che vivono in quel meraviglioso angolo di mondo. Per questo ho deciso di trascorrere una notte ospite di una famiglia sull’isola di Amantanì.
Il programma è stato più o meno questo:
Il primo giorno siamo partiti di buon mattino dal porto di Puno, contrattando nelle varie agenzie presenti in loco il prezzo del trasposto per le isole. Sono tutti pacchetti standard e scegliamo chi ci fa l’offerta migliore. Dopo circa un’ora di navigazione si attraversano le isole galleggianti Uros e ci si ferma su una di esse. Poi si prosegue per Amantanì e si raggiunge la famiglia che offre ospitalità per la notte. La mattina successiva si parte per l’isola di Taquile e nel pomeriggio si rientra a Puno.
E’ possibile concentrare la visita alle isole (solo due) in una giornata se non avete molto tempo, ma vivere anche solo per una sera con una famiglia del luogo è stato molto istruttivo, una di quelle cose che poi rimangono nella mente e nel cuore per sempre.
Ecco nel dettaglio la nostra esperienza:
Le Isole galleggianti di Uros
La visita è iniziata con le isole artificiali che il sorridente popolo Uros costruisce con le canne di totora, tipica pianta che cresce in abbondanza nelle acque del lago, così come tutto quello che serve loro per vivere: le case sono fatte di totora; le barche sono fatte di totora; la totora la mangiano pure.
Il tour prevede uno stop su una di queste isole. In questo modo è possibile interagire con gli abitanti, fare domande sulle loro abitudini così lontane dalle nostre e giocare con i bambini, veri appassionati di tecnologia che vorranno a tutti i costi usare il vostro smartphone e la vostra macchina fotografica.
Camminare sulla totora è stranissimo, si sprofonda un po’ e ci si sente poco stabili!
E’ possibile fare un giro di qualche minuto su una delle loro barche per andare ad assaggiare la totora (per l’occasione soprannominata Banana Inca) in mezzo al lago. Dopodiché gli Uros spiegano l’interessante meccanismo con il quale riescono a costruire e rinnovare nel tempo le isole, che all’occorrenza possono essere spostate oppure ancorate sul fondo, come delle grosse zattere.
C’è da dire che purtroppo la visita è molto turistica, il tutto è un po’ forzato. Le famiglie vivono principalmente grazie al turismo e ormai il fatto di intrattenere i viaggiatori è praticamente diventato il loro lavoro.
Probabilmente esiste la possibilità di visitare le isole Uros in modo più autentico, ma non è facile organizzarsi poiché è necessario riuscire a trovare un transfer privato, cosa che sicuramente comporta un aumento del costo del tour.
In ogni caso data l’unicità del luogo e la particolarità di queste strane isole, penso valga davvero la pena dedicarci una mezza giornata.
L’isola di Amantanì
Avrete l’occasione di visitare l’isola di Amantanì solamente se deciderete di trascorrere la notte presso una delle famiglie locali. Anche se la maggior parte delle escursioni in partenza da Puno include il pernottamento, abbiamo optato per prenotare in anticipo (dall’Italia) l’alloggio. Alla fine di questo paragrafo vi spiegherò il motivo.
Non appena arrivati ad Amantanì ci siamo quindi separati dal gruppo per cercare la casa di Osvaldo, il nostro ospite, che ci da appuntamento all’albol seco, un albero senza foglie non lontano dal porto di Occosuyo.
Raggiunto l’albero, non senza esserci persi almeno 4 o 5 volte, conosciamo Osvaldo e la sua splendida famiglia facendo subito amicizia con il piccolo Cristian, 3 anni. E’ già ora di pranzo e ad attenderci uno dei pasti più buoni mangiati in Perù: zuppa di mais e trota con quinoa e patate. Per finire l’immancabile Mate de Coca che già da alcuni giorni ci aiuta ad alleviare i persistenti mal di testa causati dall’altitudine.
Conosciamo gli altri ospiti, una giovane coppia di fidanzatini francesi, una proveniente dai paesi baschi e due simpatiche signore italiane. Osvaldo propone al gruppo un camminata che poi si rivelerà più impegnativa del previsto, ma lo prendiamo come un allenamento per il Cammino Inca che ci aspetta da lì a qualche giorno e siamo super-attivi!
In cima alla montagna Pachamama si respira un’aria quasi mistica, siamo circondati da un paesaggio che definire mozzafiato è riduttivo. Si vedono le vette innevate della Bolivia e quelle del Perù che si affacciano sulle calme acque del lago, il tutto illuminato dalla luce surreale del tramonto.
Scendiamo prima che faccia buio. Appena rientrati Osvaldo ci prepara una squisita cioccolata che ci riscalda e passiamo un po’ di tempo a parlare con lui e con gli altri ospiti confrontando le nostre abitudini, raccontandoci le nostre vite e le nostre passioni. Un po’ in spagnolo, un po’ in inglese. E’ stato un bellissimo momento che ricorderò per sempre.
Le chiacchiere continuano a cena, la serata è piacevole e trascorre lenta. Andiamo a letto presto e ci infiliamo sotto almeno tre coperte (il freddo è davvero intenso!). L’indomani ci svegliamo presto e dopo un’abbondante colazione Osvaldo ci accompagna al porto dove ad attenderci troviamo la barca che ci porterà verso una nuova isola da esplorare, la splendida Taquile.
Abbracciamo Osvaldo, è il momento di ripartire.
Cliccando qui potete dare un’occhiata ed eventualmente prenotare la vostra notte da Osvaldo. Come dicevo i tour di due giorni per la visita alle isole del lago Titicaca comprendono il pernottamento presso le famiglie locali, in base ad un sistema a rotazione. Spesso però le agenzie che vendono i pacchetti intascano quasi tutti i guadagni senza consegnare il giusto compenso alle famiglie ospitanti. Per questo motivo abbiamo preferito prenotare la nostra stanza comunicando direttamente con la famiglia e pagando a loro il soggiorno al nostro arrivo.
Osvaldo mette a disposizione degli ospiti alcune stanze spaziose e pulitissime, un bagno comune (ma sempre molto pulito) e dotato di acqua calda, cosa rara sull’isola. Come tutte le sistemazioni ad Amantanì non dispone di riscaldamento ma vi daranno molte calde coperte colorate!
Isola di Taquile
Tra le isole peruviane del lago Titicaca, Taquile è quella che nasconde un velato fascino mediterraneo, è come se nel disegnarla le avessero dato qualche calda pennellata nostrana. Le acque del lago qui sono azzurre più che mai, sembrano proprio quelle del mare.
Un po’ insofferenti a seguire il gruppo nel tour stile gita scolastica, abbiamo preferito esplorare da soli i vicoli del piccolo centro che si sviluppa intono alla pittoresca piazza principale, dove le donne vestite nei loro abiti tradizionali sbrigano le loro faccende domestiche.
I Taquileños sono famosi per la loro abilità nell’arte tessile ed è questo il posto giusto per comprare souvenir di ottima fattura, come sciarpe, cappelli e guanti di lana dai colori sgargianti, rigorosamente fatti a mano.
Più passa il tempo e più la piazza si popola e ci fermiamo ad osservare con interesse il viavai che ci circonda.
All’ora di pranzo ci incamminiamo verso il ristorante prenotato e la passeggiata ci riserva meravigliose vedute del lago e del territorio circostante.
Assaggiamo pesce di lago accompagnato dalla bevanda nazionale del Perù, la mitica (e quasi imbevibile) Inca Cola.
Nel pomeriggio rientriamo a Puno con un interminabile viaggio in barca.
Le persone che popolano le isole peruviane del Lago Titicaca sono semplici, ospitali e sempre sorridenti.
Ecco cosa ho amato del mio viaggio in Perù: un giorno non è mai uguale all’altro. Un giorno fa caldo, un altro freddo, un giorno si cammina fino a non avere più fiato, un’altro ci si rilassa nelle acque termali, un giorno mangi in un ristorante stellato, l’altro non mangi proprio.
Se cercate qualche informazione utile per organizzare il vostro viaggio in Perù fai da te, cliccate qui.