Arequipa, cosa vedere nella ‘Ciudad Blanca’ del Perù

Arequipa, cosa vedere nella ‘Ciudad Blanca’ del Perù

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Due giorni alla scoperta della città di Arequipa, a passeggio tra i muri variopinti di un antico monastero, una gigantesca cattedrale nel cuore del centro storico circondato da imponenti vulcani imbiancati di neve e un’esperienza toccante che ripercorre antiche tradizioni. Qualche consiglio su dove e cosa mangiare in città e dove dormire.

La seconda città del Perù per numero di abitanti, Arequipa, mi è subito andata a genio quando avevo letto che su di lei brilla il sole per più di 300 giorni l’anno.

E infatti, raggiunta dopo un lungo percorso notturno in pullman da Nasca, ci ha accolti illuminata da un sole accecante.

Ad Arequipa siamo rimasti un paio di giorni, prima di proseguire il viaggio per il Colca Canyon. Se volete qualche consiglio e qualche informazione pratica per organizzare un viaggio fai da te in Perù, con l’itinerario e tutto il resto, potete consultare il mio articolo Perù fai da te – itinerario di due settimane.

Ma quali sono i posti più belli da visitare ad Arequipa? Mi vengono subito in mente i colori accesi del monastero di Santa Catalina, gli imponenti vulcani che fanno capolino dietro i palazzi coloniali del centro, una storia affascinante e un Cuy Chactado per pranzo. Ora vi spiego tutto.

Plaza de Armas

Appena arrivati in centro ci si rende subito conto della posizione privilegiata in cui sorge la città, quando alzando lo sguardo verso l’enorme cattedrale di Plaza de Armas (la più grande del Perù) compare El Misti, il vulcano di ben 5.825 metri di altezza incappucciato di bianco che troneggia alle sue spalle. 

La cattedrale occupa un intero lato della piazza e le sue proporzioni sono davvero maestose. Una volta dentro ci si sente minuscoli.

Dall’altro lato della piazza c’è la Iglesia de la Compañia e la sua facciata decorata in modo elaborato è bellissima, non avevamo mai visto nulla di simile e siamo rimasti estasiati.

Arequipa è conosciuta anche come la Ciutad Blanca, e deve questo soprannome agli edifici costruiti in sillar, una pietra locale simile al tufo, dal colore candido che innonda di luce le strade della città. Ricordate, ad Arequipa si gira bene a piedi ed è quasi tutto a portata di passeggiata. Questo permette di osservare meglio i dettagli per le strade della città.

Il Monastero di Santa Catalina

Il Monastero di Santa Catalina potrebbe essere definito un paesino colorato all’interno della città. I muri sono dipinti di blu e di rosso, ci sono piante e fiori colorati qua e là e cigolanti porte in legno ne abbelliscono gli ambienti. Mi ha ricordato tanto alcune città dell’Andalusia

Procuratevi una cartina all’ingresso perché potrebbe non essere semplicissimo orientarsi, dato che il monastero ricopre un’area di ben 20.000 mq. Gli spazi una volta riservati alla vita delle monache, dai dormitori alle cucine, dai cortili ai bellissimi chiostri, sono ampi e talvolta labirintici.

Se volete fare le cose per bene, calcolate almeno mezza giornata per la visita del monastero. Sarà magnifico osservare gli scorci illuminati dal sole e fotografare le viuzze dai muri sgargianti, che profumano di fiori, con i vulcani che fanno da sfondo.

Juanita, la fanciulla dei ghiacci

Di Juanita ne avevo sentito parlare quando ero più piccola, ma giunta ad Arequipa avevo ricordi annebbiati e confusi. 

Il Museo Santuarios Andino è stato interamente dedicato al ritrovamento di Juanita, la fanciulla dei ghiacci, e si può visitare solamente prendendo parte ad un tour guidato.

La guida spiega in modo molto esaustivo tutto ciò che ruota attorno a questa incredibile storia. 

Si inizia con la visione del video che racconta il ritrovamento della mummia della bambina dodicenne sacrificata al vulcano Ampato. Gli Inca consideravano le montagne delle divinità ed erano soliti sacrificare animali (come lama o alpaca) oppure bambini. Per la famiglia era un onore che loro figlio fosse prescelto per questo sacrificio. Non era una pratica violenta. Nei giorni precedenti al sacrificio si compivano diversi rituali e tutta la famiglia accompagnava il prescelto ai piedi della montagna. Ai bambini da sacrificare veniva data da bere la chicha, una bevanda a fermentazione naturale a base di mais che annebbiava i sensi e alleviava la sofferenza della morte.

Juanita venne uccisa e seppellita nella pancia della montagna intorno all’anno 1450.

Viene ritrovata nel 1995, più di 500 anni dopo il suo sacrificio, perfettamente conservata nei ghiacci del vulcano Ampato quando il vicino vulcano Sabancaya eruttò, facendola rotolare giù per il fianco della montagna per diversi metri. Le condizioni della mummia sono subito parse incredibili. 

Alla fine del tour, dopo aver ripercorso i suoi passi e ricostruito gli ultimi giorni della sua vita, si giunge a lei, conservata in una teca che ne mantiene la giusta temperatura, ammutoliti ed increduli.

Da brividi.

Yanahuara

Per abbracciare Arequipa con lo sguardo e rendersi conto ancora meglio dell’imponenza dei vulcani, è necessario raggiungere l’incantevole piazzetta di Yanahuara. C’è una chiesa da visitare e un mirador che regala una vista spettacolare sui tetti di Arequipa. Tornando indietro abbiamo seguito il suggerimento della nostra fedele Lonely Planet e ci siamo fermati a pranzo al Sol De Mayo, per assaggiare alcune specialità locali in un cortile ben tenuto.

Ceviche, Cuy Chactado e Pisco Sour

Ecco infine qualche consiglio per i pasti. La cucina peruviana è tra le più rinomate al mondo e per quello che abbiamo potuto constatare noi la sua fama è totalmente meritata. Arequipa offre grandi soddisfazioni da questo punto di vista e noi non ce le siamo fatti sfuggire, of course!

Chicha: anche ad Arequipa troviamo le prelibatezze dello chef più famoso di tutto il Perù, Gaston Acurio. In questo splendido edificio coloniale tinteggiato di colori accesi abbiamo assaggiato uno squisito cheviche a base di gamberetti di fiume. Il conto è molto corretto se consideriamo la fama dello chef e l’ambiente è favoloso.

Zingaro: quando viaggio cerco sempre di assaggiare le specialità locali. Sempre. Anche quando queste risultano essere un po’ “lontane” dalle nostre abitudini. La mia ordinazione allo Zingaro di Arequipa è stata alquanto coraggiosa: ho ordinato il cuy chactado. Trattasi di un piccolo roditore, tipo cavia o porcellino d’india, appiattito e fritto, accompagnato da patate e qualche verdurina. Da provare se siete curiosi e temerari!

Zig zag: altro ristorante rinomato in città, il locale ideale dove cenare a base di carne, che viene servita direttamente su una pietra rovente che ne continua la cottura anche dopo essere stata servita a tavola. 

Mi raccomando, annaffiate il tutto con un tipico Pisco Sour, il cocktail più famoso del Perù.

Dove dormire ad Arequipa

Noi siamo stati qui: La Plaza Arequipa Hotel Boutique

Molto carino e in Plaza de Armas, posizione super. Si fa colazione sul terrazzo con vista cattedrale!

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